LE VOCI DI AUSCHWITZ – IL RICORDO RENDE LIBERI

Teatro Stabile Biella
in collaborazione con Scu.Te.R. (ScuolaTeatroRagazzi)
Liceo Scientifico e delle Scienze Umane,
Liceo Scientifico-Tecnologico,
Liceo Classico

Vi invita

Teatro Socile Villani – lunedì 27 gennaio
Inizio ore 21 – ingresso di 10 euro, ridotto 5

LE VOCI DI AUSCHWITZ
IL RICORDO RENDE LIBERI

Con
Annalisa Alio – Antonio Ariemma – Giacomo Aversano – Daniele Bellan – Elena Biasio – Gloria Boggio – Davide Bonafede – Imane Bougato – Vittoria Cabral Lira – Lorenzo Carretta – Dounya Chiab – Karima Dell’Orco – Arianna Durso – Meiby Fernandez – Verdiana Fresia – Giulia Gibin – Margherita Giordano – Veronica Grillo – Marta Iannì – Elisa Labarile – Carlotta Leonardi – Eleonora Locca – Manuela Lubrano – Agnese Mazzia – Miriam Mazzone – Claudia Ottino – Beatrice Perla – Ilaria Perri – Achille Pozzallo – Giulia Quinto – Lorenzo Rossi – Luca Rousseau – Lorenzo Sartori – Mosè Singh – Carlotta Ventura – Eleonora Nana Ventura

Adattamento e regia
Renato Iannì

Lunedì 27 gennaio la giornata della memoria riaprirà ai ricordi alcune delle pagine più nere della Storia, ma lo farà senza retorica, con una forte carica emozionale di cui si faranno interpreti 40 studenti dei Laboratori Teatrali Scu.Te.R. (ScuolaTeatroRagazzi) diretti da Renato Iannì.

Dalla prima eduzione di “Le Voci di Auschwitz – Il ricordo rende liberi” del 2006, la lezione-spettacolo ideata e diretto da Iannì, si è evoluta e si è aperta a più sfaccettature e a più interventi, senza perdere forza ed essenzialità, che sono sempre riusciti a coinvolgere ed emozionare il pubblico del territorio, ma anche quello dei festival nazionali di teatro dal Teatro Nuovo di Torino ad Altre Espressività di Gorizia.

I 16 interpreti della prima di 8 anni fa sono più che raddoppiati, e studenti dei licei scientifico e delle scienze mane, del classico e del tecnologico dialogano tra loro e con la storia, facendo crollare i piccoli campanilismi locali in nome di un’apertura e di un agire comune che dovrebbe appartenere ad ogni essere umano.

Lo spettacolo è il risultato di una ricerca sui lager e sulla ‘soluzione finale’ voluta da Hitler per lo sterminio di ebrei, portatori di handicap, omosessuali, zingari, avversari politici. Attraverso testi di Primo Levi, di Anna Frank, di Daniel Horowitz, e documenti nazisti e di deportati scampati alla morte, è stato creato un testo forte nella sua essenzialità.

“Quel che vedrete – ha affermato Iannì – non è spettacolo ma storia. I miei ragazzi hanno prestato la loro vita a quelli che l’hanno persa nei campi di sterminio di ogni colore politico, di ogni epoca, di ogni parte del mondo”.

Gli attori fanno Storia, coinvolgendo, emozionando, senza retorica o giochi scenici, ma con una forza esemplare. Nessuna spiegazione sui fatti se non i fatti stessi, con scene corali che trascinano il pubblico, con assolo feroci e intime confessioni, religiosità del dolore tra le note di musica Yiddish.